martedì 9 dicembre 2008

008 I RAGAZZI DI LOCRI

Autore: Annarosa Macrì & Gianfranco Manfredi
Foto di: Adriana Sapone e Franco Cufari
Editore: Consiglio Regionale Calabria
Pagine: 96

Locri, 16 ottobre 2005. Palazzo Nieddu, interno giorno, seggio delle elezioni primarie, clic, un capannello di persone, clic, in mezzo a loro il politico più importante della città, è il vicepresidente del Consiglio Regionale, clic, vai sul primo piano, clic, sorride, clic, vai sulle mani, stringono altre mani, clic. Che succede? Che succede? un ragazzo vestito di nero, zooma, vagli addosso, clic, cos’ha davanti al viso, una maschera, un passamontagna? Scatta, scatta, vai!, clic, clic, tira fuori dal giubbotto… cos’è ?, una pistola? Spara, eccolo. Clic. Cinque colpi ha sparato, l’ha centrato al cuore, scatta, scatta ancora! Clic. Francesco Fortugno cade a terra. Morto. Clic. Clic. Clic. Il sorriso è diventato una smorfia. Di sbalordimento più che di dolore. Clic. Comincia con una foto che non c’è la storia fotografica di questa storia, perché è sempre nascosto e un poco misterioso l’inizio delle storie, di quelle d’amore e di quelle di violenza, di tutte le storie grandi e piccole che fanno la storia. E poi a Locri, quella sera, arrivò prima del solito la notte e s’inghiottì ogni cosa, di ombre e di paura, neanche le fotocellule dei Ris marziani stralunati che s’aggiravano a misurare il luogo del delitto illuminavano la scena e neppure i lampeggianti delle gazzelle della Polizia che s’appostavano guardinghe agli angoli delle strade. Nessuna foto può rappresentare il buio quando è fitto e scuro.
Ma un inizio, questa brutta faccenda deve pure averlo avuto. Così, seppure nessuna foto ce l’ha mostrato, noi lo sappiamo che un inizio la mafia deve averlo per forza avuto, ce l’ha detto Giovanni Falcone, e ha detto pure che se ha avuto un inizio, deve avere pure una fine, ‘sta brutta bestia, perché non è una maledizione biblica e neppure una condanna del cielo. È un fatto storico, culturale, sociale. Avrà un termine, come tutte le cose fatte dagli uomini, e non succederà più che persone perbene, come lui, come Fortugno, come tanti altri che i padri di famiglia avrebbero voluto fare, i professionisti, i magistrati, e perché no?, i politici, non sarà mica una colpa fare i politici in questa terra, siano condannati a diventare martiri. Martiri per forza. Noi vogliamo credere a Giovanni Falcone.

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